strani pensieri (2)

C’è stato un periodo della mia vita in cui tutto sembrava perfetto: è stata la quinta ginnasio o meglio i primi mesi di quell’anno. La mia famiglia era ancora unita e sembrava andare tutto per il meglio, la scuola aveva finalmente ingranato e me la cavavo discretamente bene, al mio fianco avevo Grande Amore e un ragazzo delizioso che forse era troppo timido per i miei canoni. Ricordo i baci sotto le stelle mezzi raffreddati, le passeggiate sull’argine del canale al sabato pomeriggio, gli incontri ogni singolo giorno alle sei della sera sotto il portico di casa mia. Ricordo un tubino nero delizioso con lo scollo quadrato che mi aveva fatto una sarta. La paura non esisteva tutto era sotto controllo, poi un giorno tutto è crollato e io sono andata dalla parrucchiera e mi sono fatta i capelli rossi. E stata da quella tinta che si è rotto l’incanto, che mi sono resa conto quanto fosse difficile vivere nonostante tutti gli sforzi che facevo e poi tutto è precipitato come nelle più classiche tragedie greche in cui si deve vivere il dolore, l’espiazione dei propri peccati…la storia poi è sempre la stessa. E in questi giorni mi sento come in quel giorno in cui in lacrime andai dalla parrucchiera e quando uscii ero sempre la stessa, con gli stessi problemi, con la stessa schifosa vita. Ma è come se mi stessi riprendendo quello che ho lasciato per ovvi motivi, forse perchè me lo impose una persona. Quello che mi piace ricordare del periodo pre-capelli rossi è che oggettivamente stavo bene, che la mia migliore amica non avesse capito cosa la mia anima stesse covando e neppure G.A., figuriamoci D. Ora sto lanciando dei segnali, sono più grande, più consapevole e questo rende le mie decisioni più importanti e autonome e posso dire che non me ne frega assolutamente niente. E per compensare un po’ continuo a piangere.

 

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