quel che resta

Non ho mai amato festeggiare il mio compleanno.
Non so esattamente perchè, so che le feste non fanno per me ormai da molto tempo.
Tendo ad essere infelice.
Non mi piace l'idea di sfamare gli altri quando compio gli anni, preferisco condividere in altre feste. Non a caso ieri la guardiasala mi fa: "hai portato le pastine?" Alla mia risposta negativa non mi ha fatto gli auguri.
Ieri poi non ero nella mia vena migliore, venivo da tre orridi giorni di lacrime e tristezza (di cui ancora mi porto gli strascichi dietro) e poi c'è sempre quel malinconico senso del passato.
Cosa lasci e a cosa vai incontro.
Ed ad una certa età pesa.
Pesa perchè ti rendi conto che non sei più giovane come quando avevi 20 anni, se dovessi fare uno stage oggi sarei solo una povera sfigata, il mio status di neolaureata è bello che passato, pesa perchè mia madre (e altre donne) alla mia età hanno avuto un figlio, avevano un lavoro o per lo meno la prospettiva di esso, pesa perchè faccio tre lavori e so di non poter continuare tutta la vita a farli.

Io ogni tanto guardo in là e se non penso che ho 28 anni mi sembra tutto facile, tutto ottimamente visibile in una prospettiva di crescita, poi mi guardo allo specchio.
Mi rendo conto che sono adulta quando automaticamente la mattina mi metto la crema idratante, osservo le mie occhiaie quando faccio tardi, ignoro quell'orrendo ticchettio che posso ancora ignorare ma che tra qualche anno sembrerà una campana a morto, quando mi viene addebitato il mutuo o pago una bolletta e dico: o cavolo, non è così la vita, non mi avevano detto che sarebbe stata così. Non sono io quella lì.
E invece sì.

E nei giorni belli sono fiera di me perchè riesco a fare mille cose.
Nei giorni orridi mi piango addosso.
Il punto è che sono sempre io.

Quel che resta di ieri è che ogni persona che mi ha fatto gli auguri, spesso inaspettatamente piacevoli perchè mi dimentico di quante persone mi vogliano bene, mi ha visto scoppiare in lacrime e fuggire in bagno o interrompere telefonate quasi bruscamente.

Ogni tanto vorrei avere quella leggerezza d'animo che vedo in certe amiche, in certe persone che si lasciano scivolare tutto sulle spalle o che non si fanno tanti problemi per una parola fuori posto, per un figlio inatteso (che una mia ex stagista abbia partorito mi ha sconvolto), per un battibecco familiare.
Ma sto lavorando su me stessa per amarmi, per affrontare la vita a testa alta e anche gli imprevisti.

Quindi, la prossima crisi per il mio compleanno sarà l'anno prossimo.
Intanto mi godo la parte più venale del mio compleanno: i regali.
E di questo so che ne vale sempre la pena.
 

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3 pensieri su “quel che resta

  1. no amanda, QUESTO POST NON MI PIACEEEEEEEEEEEEE!!!!! we noi siamo giovincelle, 20 o 28 che differenza fa????? nonono non mi piace:-)ps: a parte gli scherzi spero che il momentaccio sia passato…..ti abbraccio forte e ti stimo per quella che sei, sul serio

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